Naufragio
(Piange il cielo)
di Enrico Del Gaudio Castellammare di Stabia - (NA)
Premio “ANTIGONE” 5^ edizione 2016
3^ classificato sez. tema libero - adulti
A grappoli cadevano nell'acqua
come pere mature alla bufera,
il turbinio del vento, onde nere,
come uccelli rapaci in attesa,
ad inghiottire il genere umano.
Sinistri spettri, nuvole nel cielo,
inermi spettatrici alla tragedia.
Tragicamente andava consumando,
le sue ultime ore alla follia,
di un viaggio come tanti, la speranza,
di una terra migliore, agonizzava.
Migranti che sfidavano l'ignoto
alla terra promessa, il loro approdo
moriva lentamente tra le onde
e insieme le lor vite e i loro sogni.
Donne, bambini, uomini e fanciulli
fuggivano alle guerre ed ai soprusi,
al fato che li aveva condannati
e lì, nel mare immoto, col futuro,
ad immolar per sempre la lor vita.
Poi giunse la bonaccia e tra le schiume
non restò altro che portarli a riva.
Miseri resti, occhi all'infinito,
speranze ormai perdute, sogni infranti
in una lunga fila alla battigia.
Alla panchina la solita conta
con tante bare aperte ad aspettare,
qualcuna bianca, tante, legno abete.
Nessuno versa lacrime ai migranti,
nessuno piange tante vite spente.
All'improvviso, in alto, tra le nubi
una saetta illumina l'immenso,
squarcia il sereno un ruggito immane,
si perde all'infinito tra le stelle. .
Forse lassù Qualcuno si è commosso,
per questi sfortunati piange il cielo.