Viola
di Fulvia Marconi (Ancona)
(Dedicata a una bambina rom che ancora oggi, dopo tanti anni, colora i miei ricordi d'infanzia)
premio Antigone 1^ edizione 2012
premio della critica
Due occhi di cerbiatto impaurito,
lunghi i capelli e folti sulle spalle,
stava seduta al lato della strada,
tendendo una manina a chi passava.
Solo un soldino in cambio di un sorriso
a illuminare quel visetto allegro,
quando quel gesto del passante svelto,
le concedeva qualche lira in dono.
Viola... il suo nome dal sapor del bosco
che abita con me, neì miei ricordi,
legati alla mia infanzia e giovinezza
nel vago d'una vita or sempre uguale.
Noi giocavamo in strada, il pomeriggio,
ed un garrir di voci saturava
l'aria d'intorno fino a che alla sera
mesta suonava al ciel l'Ave Maria.
E lei seguiva i nostri giochi... attenta
e sorrideva all'infinito andare
dei suoi pensieri senza aver l'audacia
d'avvicinarsi e correre in accordo.
Sono passati gli anni e le stagioni;
da sempre il sole insegue pioggia e neve,
l'allodola s'alterna al pettirosso,
languido il tempo strugge sensi e pene.
Son ritornata al borgo un dì d'estate,
quanto diverso, tutto, mi è sembrato...
persino il grande platano in giardino
pareva, a me, non esser più lo stesso.
E giunta al lato della stessa strada,
io l'ho rivista, con la fantasia,
esile bimba bruna... malnutrita,
fiore di selva per guarnir la via.
Non ho saputo nulla del suo fare
né se il destino tese, a lei, la mano,
ricordo il suo sorriso e il nome... Viola!
...Magia segreta dal sapor di bosco.