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IL CANTO DELL'ABBAZIA

 di Cristina Catenazzo (Ostia - Roma)

Premio “ANTIGONE”  1^ edizione 2012

1^ classificata sez. tema libero - adulti

* * *

Mi appari al sole, che più non speravo,

tra aliti lugubri di pioggia.

Polvere di sabbia d'oro risveglia, lieve e chiassosa,

il tuo freddo corpo pesante.

 

Acquerelli di rose nel cielo

tingono il tuo cuore di monaci

che pulsa forza viva,

ti vestono di trine di roccia e occhi d'artista.

 

Regina composta di un mondo altero e nobile,

di silenzi di tromba,

di tombe che cantano il vento,

di funi che suonano il tempo

e vesti di vezzo laborioso.

 

Parlami,

ora che il sole cede,

stremato da lunghe battaglie di nubi.

Ora che i fiori,

scrigni di un sortilegio di bellezza,

si chiudono a vincere la brezza di tenebra.         

 

Un capogiro di uccelli mi coglie,

mille sottili messaggi d'amore e fede.

Il silenzio si schiude in sussurri di foglie morenti,

mentre trabocco parole e parole.

 

Qui tu vivi, Regina Mesta, e sei.

Qui tu ascolti, Augusta Madre, e sai:

il mio pregarti piano e il mio grido impudente.

 

Mi appari alla luce di un manoscritto fioco.

Scolpito su ogni pietra,

questo mio pensiero folle

e le auto, le risa, il cane che dorme.

 

Tutto quel rosso di luce che cola,

questo pulsare di gente e di mondi.

Tutto si scrive sul tuo foglio di lapide,

si specchia nel tuo volto severo.

 

Ma lieve come preghiera,

lento come un saio frusciante

Arcano come un prodigio.

Limpido, come la notte che scende.

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