CANTO LAICO DELL’ ABBANDONO
di Vincenzo BACCA (Isernia)
Premio “ANTIGONE” 2^ edizione 2013
1^ classificata sez. tema libero - adulti
Cantava oltre le rughe
il vecchio della baracca sul mare
aveva lasciato i lustrini della città
per accudire i gabbiani, volare con loro
stanco della noia dei bar
dei tram mai presi
degli angoli sempre più spigolosi
delle chiese
dei tanti soldi spesi
senza meta, forever.
Uomo contro, filigrana d’ addio
aveva scelto come rifugio tesoro
un fazzoletto di sabbia biancastra
cornice cubo di tavole
inchiodate al volo e di plastica
regalo ai suoi silenzi fiume.
Bianche spume di risacca
gli leccavano i piedi
solletico per vene varicose
(tubi usurati di
vuote scarpinate)
e nei momenti di abbandono
godeva l’ anestesia dei tramonti
seduto sul contorto tronco
dono di Poseidone.
Scarnito e grigio
scorticava i legni
croci scambio per frugali pasti
o cicche di sigaretta
cibo nebbia ristoro per la mente.
Non fumava molto
e giocava con la bocca
a fabbricare anelli
o sogni infranti
ore attesa di spazi incudine
prima che la sua baracca fredda
lo avvolgesse la sera
amica stretta di un giorno nuovo
sempre uguale, sempre più distante.
Il cappellino rosso
fu ritrovato poco in là
tra i rami e le conchiglie
era geloso il vecchio
del caro cimelio di guerra.
La notizia in fondo
alla pagina degli annunci
scarna e senza trama
solo, in fondo
profondo blu di solitudine
canto laico dell’ abbandono.